
La famiglia Léclapart coltiva la vite da tre generazioni nel piccolo villaggio di Trépail, a nord di Ambonnay, nel cuore dell territorio di Reims, la leggendaria “Montagne” dello Champagne. La cantina è oggi diretta da David che, prima di proseguire il lavoro dei genitori, si è formato alla scuola agrobiologica di Beaujeu e ha trascorso 2 anni di tirocinio presso Leclerc-Briant. Nel 1997, appena cominciato a lavorare i terreni di famiglia, 2 ettari e 85 are suddivisi in 22 parcelle, David li convertì alla agricoltura biodinamica.
La sua analisi del terroir su cui insistono i suoi vigneti, esposti a sud est e tutti classificati a Premier Cru, lo aveva portato a a constatare come la ricchezza di silice, e le temperature estremamente rigide, fossero fattori potenzialmente ideali per produrre vini di eccellente acidità e grande potenziale d’invecchiamento. Da queste considerazioni scaturisce la scelta di non utilizzare vini di annate diverse per i propri Champagne, ma di produrre esclusivamente vini da singola annata, e di non ricorrere alla chaptalisation (l’aggiunta di zucchero al mosto prima della fermentazione al fine di aumentare il tenore alcolico del vino). Lo scopo di queste scelte è consegnare all’appassionato bevitore un prodotto capace di fotografare in modo fedele e puro le caratteristiche di ogni signola annata prodotta.
L’annata 2012, caratterizzata da un raccolto ridotto del 60%, ha visto venire alla luce per la prima (e finora unica) volta la cuvée Pas Dosé Premier Cru L’Aphrodisiaque, composta da Chardonnay all’80%, e Pinot Nero al 20%. Come per tutti i suoi Champagne, anche in questo caso David ha assemblato a monte le uve, aggiunto pochissima anidride solforosa, non ha filtrato nè stabilizzato a freddo o indotto la fermentazione malolattica, lasciando che partisse spontaneamente. Dopo sei anni di sosta sui lieviti la mia bottiglia è stata sboccata nel 2018.
Nel calice questo chamapagne mostra un colore tra il giallo paglierino intenso e il dorato, con un perlage di pregevole fattura. Il naso, inizialmente un po’ ritroso, dopo una adeguata ossigenazione, comincia a delinearsi con note di brioche, pesca nettarina, crema pasticcera e mela molto matura (quasi lievemente ossidata), quindi entrano in gioco richiami a curry, sherry e buccia d’arancia, arricchiti da echi finali di iodio e nocciola tostata. Il sorso è balsamico, con una componente gessosa-minerale, in cui riaffiorano sensazioni di scorza di agrume e vaniglia, bilanciata da una buona acidità che, nel lungo finale, si alterna ad una sensazione di dolcezza quasi impercettibile, ma molto piacevole.
Punteggio:94/100
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