
Il Domaine Marcell Deiss fu fondato nel 1947 dall’omonimo proprietario, a cui subentrò il figlio Jean-Michel e, successivamente, il nipote Mathieu che attualmente la guida, aiutato e consigliato dal padre. Nel panorama della produzione alsaziana questa cantina però si è ritagliata un ruolo di primo piano proprio grazie all’opera dell’attuale proprietario. Mathieu infatti, oltre ad aver abbracciato la filosofia biodinamica, ha cominciato ad utilizzare (a partire dal 1990) la tecnica della complantation o “crowd planting” (impianto di moltitudine), che prevede l’impianto di un vigneto con più specie di viti diverse, una a fianco all’altra, senza distinzione. La scelta di questa pratica di viticultura arcaica (nota già nel medioevo in quelle terre) costituisce il fulcro della filosofia di Mathieu che, con i suoi vini, desidera esaltare al massimo il Terroir senza che un solo vitigno distolga, con le sue caratteristiche gusto-olfattive, l’attenzione di chi li assaggia.
L’importanza attribuita da Mathieu a questa tecnica è tale che anche il vino più “umile” della cantina, che prende proprio il nome di Complantation, la adotta. Si tratta di un blend di Pinot Blanc, Riesling, Pinot Gris, Pinot Noir, Muscat à petits grains, Gewurztraminer, Sylvaner, Pinot Auxerrois, Pinot Beurot, Muscat blanc et Rose d’Alsace e Chasselas Rose, 13 vitigni tutti insieme appassionatamente!
Le viti sono state coltivate senza diserbanti, concimate con compost organico, con il solo aiuto di preparati biodinamici e di tisane omeopatiche da prodotti naturali (ortica, equiseto e zolfo), in vigneti in cui è stata ripristinata la varietà vegetale ed animale tramite la piantumazione di siepi e alberi da frutto.
Dopo una attenta vendemmia le uve vengono vinificate nel modo più naturale possibile, con fermentazioni spontanee, nessuna addizione di azoto, batteri, enzimi o additivi aromatici, nessun zuccheraggio, acidificazione o deacidificazione e nessun aggiunta di gomma arabica.
L’annata 2018 rivela un color paglierino screziato di verdolino, con un ventaglio aromatico che parte da pesca gialla, albicocca disidratata, licis e miele millefiori, seguiti da kumquat, scorza d’arancia, caprifoglio e acqua di rose, con echi di idrocarburi e selce umida. Il gusto rotondo ha una buona intensità, con evidente morbidezza bilanciata da freschezza balsamica e acidità citrica, con un ritorno retro-olfattivo estremamente aromatico in cui emerge la frutta surmatura e la mineralità, con una chiusura di buona lunghezza caratterizzata da un lieve residuo zuccherino.
Punteggio: 88/100
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