
Dopo la seconda guerra mondiale il padre di Marco Curto fondò un’azienda agricola con l’intenzione di allevare animali e coltivare pesche, nocciole, mele e uva, solo parzialmente vinificata. Dopo esse subentrato al padre, Marco dedicò la maggior parte delle sue energie alla coltivazione della vite e alla produzione di vino, in parte imbottigliato privatamente e in parte venduto ai grossisti, come vino sfuso. Oggi, in cantina, Marco si occupa della coltivazione della vigna, e la figlia Nadia della vinificazione, dal 2002.2.
Le tecniche colturali sono biologiche e caratterizzate dalla concimazione del terreno con letame, dall’utilizzo di trappole a feromoni per combattere gli insetti e dal divieto totale di utilizzo di diserbanti. Da un terreno così sano nasce questo Barolo la Foia 2014. Le uve di Nebbiolo, che hanno bisogno di più tempo per maturare, vengono vedemmiate a mano tardivamente, e raccolte in piccole ceste di vimini arieggiate. Qualche giorno prima della vendemmia Marco raccoglie alcune ceste d’uva per creare il “pied de cuve,” che permette l’avvio della fermentazione con i lieviti naturalmente presenti sulle bucce. Dopo la fermentazione, con frequenti rimontaggi manuali e follature, il vino macera per circa 20 giorni, per poi svolgere la malolattica, prima di essere posto a maturare in botti grandi da 20-30 ettolitri per 2 anni. L’ultimo passaggio è l’imbottigliamento, senza filtrazione, e un anno di affinamento in vetro.
Questa annata si presenta con un colore rosso granato brillante, con sfumature aranciate, e con profumi che partono da amarena e ciliegia croccante bilanciate dalla radice di liquirizia e dal ramo di china, poi arrivano sottobosco umido, foglie secche e funghi e un tocco finale di incenso. Il sorso è asciutto e pulito con un ottimo equilibrio tra acidità, mineralità e tannini, ed un lunghissimo finale sapido ed ematico.
Punteggio: 91/100
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