Joseph Drouhin è una maison che lascia difficilmente indifferenti gli amanti del vino di Borgogna per via dei suoi vini, tanto bianchi quanto rossi, che ne scaldano il cuore. Il nome di questa cantina è quello del suo omonimo fondatore Joseph che, a soli 22 anni, nel 1880, ne stabilì la sede a Beaune cominciando a produrre vini con la stessa determinazione con cui acquistava i vigneti più belli delle varie appellations. Alla morte di Joseph subentrò il figlio Maurice che, oltre a proseguire nella politica di espansione intrapresa dal padre, creò una vera e propria azienda vitivinicola dandole i crismi dell’ufficialità. Il successore di Maurice fu Robert Drouhin che, dal 1957, diede alla tenuta la sua attuale dimensione, con le acquisizioni, da vero anticipatore dei tempi, di terreni nella Chablisienne e l’adozione, sempre in anticipo sui tempi, di una filosofia produttiva sostenibile.
Oggi a capo della maison ci sono Philippe, Véronique, Laurent e Frédéric, i figli di Robert, che la guidano gestendo gli 80 ettari di terreni di proprietà suddivisi tra 90 diverse denominazioni per oltre due terzi Grands Crus e Premiers Crus. Tanto nei vigneti di proprietà quanto in quelli dei pochi (selezionati) vignerons che conferiscono le uve alla maison, si pratica la viticoltura biodinamica e si utilizzano esclusivamente prodotti naturali. Per l’affinamento la maison possiede alcuni locali a dir poco iconici come le cantine della Collegiata dei Canonici di Beaune e quella dei Re di Francia, entrambe del 13° secolo, e la cantina dei Duchi di Borgogna, del 15°.
All’estremo sud dell’appellation Beaune è situato un Clos, un vitigno recintato da muretti a secco, conosciuto come il Clos de Mouches, per via del fatto che originariamente quel recinto ospitava degli alveari e che le api erano chiamate “mouches à miel” (“mosche del miele”). Il vigneto, che fu acquistato da Maurice Drouhin, riunendo tutti i 41 microappezzamenti suddivisi tra otto proprietari, mostrò da subito la grande vocazione alla produzione di qualità, dando alla luce due vini, uno bianco e uno rosso, entrambi chiamati con il suo nome “Clos de Mouches”.
La versione in rosso, il Pinot Nero, nasce da viti piantate ad alta densità (10.000/12.500 ceppi per ettaro), coltivate senza mezzi meccanici, esclusivamente con letame organico, infusi e decotti di piante, zolfo e rame, e polveri di roccia, con una bassissima resa (20/25 quintali per ettaro). Dopo una prima selezione in vigna e la vendemmia manuale, le uve macerano e, successivamente, fermentano spontaneamente grazie all’azione dei lieviti indigeni, sempre a temperatura controllata. L’affinamento in botti piccole nuove al 20%, principalmente da rovere di Tronçay lasciato drenare per almeno 3 anni, dura dai 14 ai 18 mesi ed è seguita dall’imbottigliamento e dalla messa in commercio.
L’annata 2010 sfoggia un colore rubino intenso, ed un ventaglio olfattivo che si apre su note di ciliegia Ravenna, amarena, concentrato di pomodoro e vinile, seguite da carrubo, pot pourri, caffè tostato e grafite, con echi conclusivi empireumatici ed ematico/ferrosi. Il palato attacca decisamente fresco, anche se il vino non difetta di morbidezza, con una trama tannica davvero fitta ed elegante, ed una buona componente sapido/minerale; il tutto arricchito dal ritorno della frutta rossa e della sensazione ematica che persistono a lungo anche dopo una lunga e succosa chiusura.
Punteggio: 92/100
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