
Pochi brand di vino al mondo possono vantare una storia di oltre sette secoli, come quella che appartiene alla famiglia Frescobaldi, uno dei più illustri portabandiera del made in Italy enologico nel mondo. I Frescobaldi, in fatti, sono una famiglia i cui primi esponenti si trasferirono dalla Val di Pesa, dove possedevano terreni tra cui la tenuta di Castiglioni (il loro più antico possedimento agricolo), a Firenze intorno all’anno 1000. Da allora il legame tra la famiglia e questa città è rimasto costante, con la loggia, la torre e il palazzo di questa famiglia, costruiti nell’omonima Piazza de’ Frescobaldi, a testimoniare l’immutata presenza nel corso dei secoli.
Per capire quello che oggi questo brand significa a livello globale è necessario partire da un aspetto più strettamente legato alla viticoltura, quello della decisione, a metà del 1800, di introdurre la coltivazione di varietali fino ad allora sconosciuti in Toscana: Carbernet Sauvignon, Merlot, Pinot Nero e Chardonnay e Sauvignon. Radici saldamente toscane e produzione che guarda alla tradizione ma anche alla vocazione internazionale, queste potrebbero essere le due direzioni parallele in cui si sviluppa il marchio Frescobaldi, con Vittorio, Ferdinando e Leonardo, nel 20° secolo, e Lamberto, attualmente impegnato nella definizione dell’unicità di ognuna delle singole tenute di proprietà, e dei loro vini. Lamberto, però, è anche l’uomo che ha introdotto in maniera definitiva i principi di agricoltura integrata e sostenibile in tutte le tenute, oltre ad adottare in tutte le tenute l’energia fotovoltaica rinnovabile, e tutta una serie di misure volte a ridurre l’inquinamento ambientale e la dispersione di CO2.
Tra le tenute di proprietà figura quella di Castelgiocondo, un’antica roccaforte risalente al 12° secolo con terreni in cui, nel 19° secolo, la famiglia, una delle prime dell’areale, cominciò a produrre Brunello di Montalcino. Questa tenuta annovera, nella sua attuale linea produttiva, il Brunello di Montalcino Riserva Ripe al Convento, uno dei vini più celebri in assoluto di questa famiglia. Da vigne di oltre 30 anni su terreni galestrosi, ricchi di argilla, calcio e altri minerali, tra i 350 e i 450 metri di altitudine, nell’area sud-ovest della collina di Montalcino, con un’esposizione Sud/Sud-Ovest, nasce questo Sangiovese Grosso in purezza. Le uve, dopo una prima selezione in pianta durante la vendemmia, subiscono una seconda cernita in cantina, quindi fermentano e macerano per un mese circa, in acciaio, sulle bucce. Successivamente il vino svolge la fermentazione malolattica e un affinamento di quasi 5 anni tra grandi botti di Slavonia e barriques e, infine, in bottiglia, prima della commercializzazione.
L’annata 2010 sfoggia un colore rubino scarico, tendente al granato, con un ventaglio olfattivo che comincia con durone, prugna, vinile ed eucalipto, seguiti da melagrana, scorza d’arancia, pot pourri e humus, con echi conclusivi di tabacco dolce, vaniglia, caffè tostato e cuoio. Il sorso è subito caratterizzato da una discreta morbidezza e un’eccellente freschezza citrina, con il lato sapido-minerale e quello balsamico che lentamente si fanno strada, uniti a una punta di pepe rosa e al ritorno della frutta rossa e della speziatura che accompagnano il sorso fino ad una chiusura di eccellente lunghezza.
Punteggio: 95/100
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