
La storia dello Château Léoville Las Cases comincia nel 1638 quando Jean de Motyie, un membro del Parlamento di Bordeaux, acquista un appezzamento, dandogli il nome di Château “Mont-Motyie”, e cominciando a produrvi vino. Si trattava di una decisione pionieristica poiché, all’epoca, i viticoltori nel Medoc, oltre a Château Margaux e Château La Tour de Saint-Lambert (il futuro Château Latour), si contavano sulla punta delle dita.
Dalla famiglia Montyie, lo Château passò, un secolo dopo, alla famiglia De Gascq, nella figura di Alexandre de Gascq che, oltre a cambiarne il nome in Leoville o Lionville, intraprese un duro lavoro di riqualificazione dell’intera filiera produttiva. Furono impiantate viti dal frutto più piccolo e raggruppato, i filari vennero pergolati con legno di pino, si cominciarono ad utilizzare piccole botti di rovere per l’affinamento, e fu adottato lo zolfo per pulire e sanificare le botti stesse tra una vendemmia e l’altra; tutte pratiche attualmente abbastanza note, ma decisamente rivoluzionarie all’inizio del 1800.
Alla morte di Alexandre il vigneto, arrivato ad estendersi per 300 ettari (uno dei più grandi di tutta Bordeaux), fu parzialmente venduto, e la parte restante fu divisa, con il cuore della tenuta originale e circa 3/5 dei vigneti che passarono nelle mani del figlio maggiore Pierre Jean de Lascases, il quale diede alla tenuta il nome definitivo di Château Léoville Las Cases. Da allora la tenuta è rimasta di proprietà familiare ed ha conosciuto una seconda età dell’oro tra il 1976 e il 2000 quando, sotto la guida di Michel Delon, ha ricominciato a produrre vini degni del suo pedigree.
Attualmente la tenuta si estende per 98 ettari piantati ad alta densità (8600 ceppi per ettaro) con Cabernet Sauvignon (67%), Merlot (23%) e Cabernet Franc (10%), con viti mediamente di 40 anni di età (sebbene i vitigni più vecchi di Cabernet Franc abbiano circa 90 anni). Il cuore del vigneto, denominato Grand Clos, quello da cui nasce lo storico Grand Vin dello Château, è esposto ad est ed è composto da due collinete di quasi 50 ettari totali di estensione, confinanti con i vigneti di Château Latour, dal terreno prettamente ghiaioso con uno scheletro di di argilla e sabbia. Quest’area è a sua volta suddivisibile in 7 appezzamenti principali per un totale di 125 distinte parcelle, tutte coltivate secondo un approccio biologico.
Le uve dell’annata 2010, Cabernet Sauvignon (82%), Merlot (10%) e Cabernet Franc (8%), dopo la vendemmia (tra il 28 Settembre e il 10 Ottobre) hanno svolto entrambe le fermentazioni (alcolica e malolattica) in grandi tini di rovere di 50 anni di età. Dopo la malolattica i vini sono stati assemblati, al fine di avere un quadro preciso della qualità delle varie parcelle in purezza, senza il gusto che la botte piccola aggiunge normalmente al vino. Un affinamento di 18 mesi in barriques nuove al 90%, l’Imbottigliamento e la relativa fase di pochi mesi di riposo (per ritrovare l’equilibrio), e il vino è stato messo in commercio.
Quest’annata sfoggia un colore rubino intenso, quasi impenetrabile, con un ventaglio di aromi che comincia con ribes nero, mirtillo, fico nero e creme de cassis, seguiti da pot pourri, menta balsamica, caramello salato e torrone, con echi conclusivi di liquirizia, grafite, pastis e goudron. Il sorso coniuga grande concentrazione e opulenza ad una succosa acidità, mentre i numerosi tannini accarezzano delicatamente il palato con la loro eleganza, lasciando spazio al ritorno della frutta e della speziatura che accompagnano il sorso in un’Interminabile chiusura.
Punteggio: 97/100
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