
La zona di “San Marco de Corticellis” era un’antica corte agricola longobarda, situata in una zona dell’Umbria già conosciuta per il suo microclima, particolarmente adatto alla produzione di vino e olio. Quelle medesime terre, tra il 13° e il 19° secolo rientrava tra le proprietà amministrate dal Vescovo di Spoleto fino a quando, nel 1881, l’avvocato (spoletino anche’egli) Francesco Antonelli rilevò la proprietà. Tra i membri della famiglia che maggiormente contribuirono ad esaltarne le potenzialità vale la pena ricordare Giacomo e Antonio, che la ampliarono, indirizzandola alla produzione vitivinicola. Oggi quelle terre sono condotte, a partire dal 1986, da Filippo Antonelli, un agronomo perugino nato nel 1960 che, attualmente, riveste anche i panni di presidente del Consorzio Tutela Vini Montefalco.
La tenuta si estende per 190 ettari, al centro della zona Docg di Montefalco, 50 dei quali, ad un’altitudine media di 350 metri, con un’esposizione a Sud e Ovest, destinati ad una viticoltura certificata biologica. Oltre ad ulteriori 10 ettari, destinati all’olivicoltura, ce ne sono altri 130 di boschi, che circondano viti ed olivi, creando un microclima ideale per la loro coltivazione. La cantina è stata ricavata al di sotto della casa padronale, con un basso impatto ambientale ed energetico, grazie alla sua organizzazione che consente di passare attraverso le varie fasi della vinificazione con la semplice forza di gravità.
La famiglia Antonelli ha avuto fin dalle origini una certa predisposizione all’innovazione tecnica (basti pensare che già nel 1899 il patriarca Francesco progettò vigneti ad una densità d’impianto di 5000 ceppi per ettaro) e il vino “Contrario”, nato nel 2008, è l’ultimo esempio di questa vocazione. Come dice il nome, si tratta di un vino fatto al contrario, le cui uve sono raccolte in anticipo, rispetto alla maturazione avanzata tipica del Sagrantino di Montefalco, fermentate a temperatura più bassa ed affinate per un periodo più breve in acciaio, invece del legno previsto dalle regole della denominazione. Tutte queste operazioni consentono di produrre un Sagrantino che rinuncia alla DOCG per guadagnare freschezza, frutto e immediatezza gustativa.
Quest’annata 2015 sfoggia un colore rubino intenso con un ring purpureo, ed un ventaglio aromatico che si apre con fragolina di bosco, durone, granatina di amarena e arancia rossa, seguite da rosa tea, ramo verde di china e tamarindo, con tocchi conclusivi ematici e di tabacco dolce, aromatico, da pipa. Il sorso ha una freschezza cristallina unita a una componente glicerica che regala una piacevole illusione di dolcezza, subito contraddetta dal ritorno tattile/retro-olfattivo di carattere ematico-ferroso che si alterna a quello più golosamente fruttato, in un pas de deux che prosegue anche dopo la degluzione, in una persistenza di buona lunghezza.
Punteggio: 89/100
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