
Se oggi il vino sardo è conosciuto ed apprezzato in giro per il mondo, molto di questo successo va attribuito alla cantina Argiolas di Serdiana, circa 20 chilometri a nord di Cagliari. La sua storia potrebbe essere fatta iniziare intorno al 1920 quando il papà di Antonio Argiolas aveva cominciato ad acquistare i primi vigneti, ma bisognerà aspettare Antonio e il 1938 per l’atto costitutivo ufficiale della cantina. Da allora il lavoro di questo vero e proprio patriarca, rimasto al comando della cantina fino agli anni ’80, è stato caratterizzato dalla continua acquisizione di nuovi terreni, fino ad arrivare a possederne oltre 200 ettari, sempre nel sud della Sardegna. Ad Antonio succederanno i figli Franco e Giuseppe che avevano da tempo cominciato ad affiancare il padre nel complesso lavoro di ammodernamento, della conduzione dei vigneti e dei macchinari e delle tecniche di vinificazione, in cantina. Come già successo in passato con Antonio, anche Franco e Giuseppe, oggi, hanno aperto le porte della cantina ai figli Valentina, Francesca e Antonio, la terza generazione.
I terreni di proprietà sono suddivisi in 5 tenute (Is Solinas, Serdiana, Sisini, Sa Tanca e Vigne Vecchie) tutte gestite secondo principi dell’agricoltura Integrata e sostenibile. Oltre alla drastica riduzione della chimica in vigna e del ricorso alle risorse idriche, vengono praticati la rotazione delle culture, l’arricchimento dei suoli per mezzo di microorganismi e la ripopolazione dei vigneti da parte di numerose specie di insetti. Tutte queste operazioni sono supportate da un sistema di geolocalizzazione che permette di tracciare mappe dettagliate, in grado di mostrare le necessità dei singoli filari di ogni più piccola parcella. Per tutelare la biodiversità dei vitigni, infine, è stato condotto uno studio su 11 varietà autoctone della Sardegna che ha portato all’impianto di 5000 viti, con l’intento di selezionare i migliori esemplari per ciascun vitigno, vinificarli (in piccolissime quantità) e studiare il vino ottenuto. I risultati più convincenti porteranno alla futura propagazione delle piante coinvolte.
Dalla tenuta Sa Tanca, tra Selegas e Guamaggiore, circa 50 chilometri a nord di Cagliari, a circa 300 metri slm, su terreni a medio impasto, ricchi di calcare ed argilla, nasce il vino Korem, un taglio di Bovale, Carignano e Cannonau tra i più celebri dell’isola. Dopo la vendemmia manuale, condotta all’alba per preservare la freschezza e la ricchezza aromatica delle uve, queste vengono pigiate e diraspate, quindi fermentano e macerano per una decina di giorni. La fermentazione malolattica si svolge in vasi vinari di cemento vetrificato, ed è seguita dall’affinamento in barrique di circa un anno, prima dell’imbottigliamento e della commercializzazione.
L’annata 2010 sfoggia un colore rubino intenso e consistente, con un ventaglio olfattivo che si apre su note di mora selvatica, prugna cotta, creme de cassis e mirto, seguite da fiori appassiti, elicriso secco, olive nere e cioccolata fondente, con echi boisée di cuoio scuro, tabacco e caffè tostato. Il palato è caratterizzato principalmente da calore, morbidezza ed elegante tannicità, accompagnate, in seconda battuta, dalla componente sapido-iodata e da una discreta freschezza balsamica; il tutto arricchito dal ritorno della frutta scura, del legno e delle spezie che accompagnano il sorso verso una chiusura di ottima lunghezza.
Punteggio: 89/100
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