
Tra le grandi cantine, celebri per la produzione dei vini di Champagne, la Maison Billecart-Salmon occupa, senza ombra di dubbio, una posizione di tutto riguardo. D’altro canto non si producono per caso ben due millesimi (1959 e 1961) ai primi due posti della classifica uscita dalla celebre degustazione alla cieca tenutasi a Stoccolma nel 1999 (il primo, il 1959, definito addirittura lo “Champagne del millennio”).
Se oggi la cantina gode di una fama meritata, molto lo si deve allo sforzo di ognuna delle sei generazioni della famiglia Billecart-Salmon che ha contribuito a costruirla e mantenerla. Una menzione particolare va a Charles Roland-Billecart, artefice, a partire dalla fine degli anni ’50, della rivoluzione delle tecniche produttive, con l’adozione di una fermentazione più lunga, ad una temperatura più bassa, e la sfecciatura a freddo. freddo. Per svolgere queste operazioni con maggior semplicità fu inoltre costruita, negli stessi anni, un’area che ospitava tanti piccoli tini (47 ettolitri) in di acciaio inox, termoregolati, che consentivano di vinificare le uve separatamente, cru per cru, parcella per parcella e vitigno per vitigno. Il risultato fu, sin da subito, la creazione di vini dal bouquet più delicato e fine, con una estrema pulizia del frutto, che diventavano la definitiva cifra espressiva della cantina.
Tra i vini attualmente in produzione il vertice qualitativo è rappresentato dal Clos Saint Hilaire, proveniente da una vigna di Pinot Nero piantata, nel 1964, a Mareuil-sur-Aÿ. Qui le viti sono coltivate secondo la filosofia biodinamica, lavorate ancora manualmente, o con il cavallo da tiro (per non appesantire troppo il terreno e lasciarlo poroso e traspirante), caratterizzate dal pascolo delle pecore che svolgono una preziosa azione di concimazione naturale. Tutte queste attenzioni danno vita a grappoli più piccoli e concentrati che vengono pressati direttamente in vigna per preservare la freschezza dell’uva appena colta. La vinificazione avviene in poche pieces di rovere (la produzione difficilmente supera le 4000 bottiglie) ed è seguita ad un affinamento in bottiglia, sui lieviti, per 14 anni.
Il millesimo 2002 (prodotta solo in 1000 esemplari) è figlio di un’annata eccellente che ha dato origine a un vino colore dorato intenso, con un perlage finissimo ed incessante. Il ricco ventaglio olfattivo si apre su una sensazione di uva sultanina circondata da miele di fiori d’arancio, nocciole tostate e agrume candito, arricchiti, pian piano, da panettone ben lievitato, mandorla dolce, tabacco biondo e noce moscata, con echi finali di pasticceria e osso bruciato. Il palato è sontuoso, solleticato da bollicine che conferiscono una deliziosa cremosità, arricchita da una sensazione a metà strada tra la freschezza balsamica e la l’acidità succosa del kumquat, con un ritorno dell’uva sultanina, dello Sherry e dei sentori da pasticceria ad accompagnare la lunga chiusura.
Punteggio: 97/100
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