
Secondo gli archivi di famiglia era il 1930 quando Daniele Venica acquistava un Casale a Cero, sottozona Dolegna, in Friuli Venezia Giulia, e le vigne circostanti, per produrre vino, venduto alle osterie e trattorie della zona. L’azienda passò di mano da Daniele al figlio Adelchi e poi, nel 1977, al nipote Gianni, che attualmente la gestisce aiutato, dall’inizio del 2000, dai figli Giampaolo, Serena e Marta. L’attuale estensione dei vigneti è di 40 ettari, inclusi nella zona del Collio DOC, tutti gestiti secondo principi di sostenibilità quali l’utilizzo di pannelli fotovoltaici, per produrre energia in proprio. Inoltre, c’è un’attenzione maniacale allo sviluppo della vite, che cresce su terreni ricchi di marne arenarie di origine oceanica, secondo un attento rispetto della natura, della biodiversità e dell’ecosistema.
Il vigneto Ronco delle Melle è uno dei più antichi, compreso nel primo appezzamento di terreno acquistato dal fondatore Davide. Era stato bombardato durante la prima guerra mondiale così l’antenato, per ricompattare il terreno, piantò, tra i filari della vigna, alberi di mele dalle radici profonde. Le uve provenienti da questo vigneto, raccolte e diraspate manualmente, macerano per 20 ore, a temperatura controllata e in assenza di ossigeno, per poi fermentare, a contatto con le rese per 5 mesi, parte in botte grande di legno, parte in acciaio, prima di essere imbottigliato.
Questo 2016, dal colore giallo paglierino intenso con riflessi verdolini, profuma di fiori di sambuco, uva spina, foglia di pomodoro, cedro, pompelmo rosa e l’inevitabile tocco di pepe verde e pietra focaia. So che definire un vino minerale non è particolarmente corretto, poichè i nutrienti minerali che la pianta assorbe non si traducono affatto in desrittori organolettici, ma per una volta devo usare questo aggettivo perchè la sensazione in bocca è incredibilmente “minerale”, con grande sapidità e morbidezza, e quel tanto di acidità necessaria a rendere equilibrato il sorso.
Punteggio: 89/100
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