La storia della Società Agricola Fay nasce nel 1973 per mano del giovane Sandro Fay che, ereditati dei piccoli appezzamenti di vigneto, comincia a produrre vino atto alla commercializzazione. Se Sandro è il pioniere, è però con il figlio Marco, entrato stabilmente in azienda nel 2002, dopo gli studi di enologia, che la cantina spicca definitivamente il volo, grazie al vertice qualitativo che i suoi vini riescono a toccare.
Una delle prime, emblematiche, scelte che caratterizzano il lavoro di Marco è quella di rinunciare a tutti gli appezzamenti di proprietà esterni alla zona Valgella, una delle cinque sottozone del Valtellina Superiore docg. In realtà, Marco ha conservato un ettaro di terra anche nella zona Sassella, la vigna Il Glicine, ma questo non deve ingannare: col passare del tempo Marco è divenuto a tutti gli effetti uno specialista della Valgella. La concentrazione su una specifica sottozona produttiva, grande appena 150 ettari, ha permesso a Marco di suddividere i suoi vigneti secondo una classificazione basata su tre diverse quote altimetriche, denominate “Coste”. Secondo questa classificazione si può parlare di Costa Bassa (i vigneti che partono dal fondovalle ed arrivano a circa 450 metri), ideale per i vini più freschi ed immediati, e Costa Intermedia (tra i 450 e i 600 metri), dedicata a vini più strutturati e complessi. Conclude il terzetto la Costa Alta, oltre i 600 metri, dove le condizioni climatiche causano un ispessimento delle bucce, parametro necessario per poter produrre il vino Sforzato.
Proprio seguendo questa impostazione Marco ottiene uno Sforzato della Valtellina da un vigneto di 2,5 ettari, il San Gervasio, esposto a sud ad un’altitudine di 750 metri. In questa vigna, nel comune di Tegli, è stato condotta una sperimentazione durata 4 anni che ha portato alla nascita di questo Ronco del Picchio, uno vino che deve il suo nome alla presenza di picchi nel bosco prospiciente la vigna stessa. Qui il terreno è sabbioso, lievemente limoso e dal ph acido e le uve che se ne ottengono raggiungono a stento i 35 quintali per ettaro. Dopo la vendemmia, intorno alla metà di Ottobre, le uve appassiscono per circa due mesi, sistemate in cassette, prima di fermentare in acciaio e di affinare 12 mesi in un mix di botti grandi e tonneaux.
L’annata 2016 sfoggia un colore rubino piuttosto intenso, con un ventaglio olfattivo che si apre su note di fragolina di bosco, prugna cotta, melagrana e pot pourri, seguite da visciola, arancia sanguinella, polvere di cacao e tabacco Kentucky, con echi conclusivi di cuoio matura, ceralacca, incenso e grafite. Il palato, pur essendo principalmente fresco, non rinuncia a una buona morbidezza, con un tannino lieve ma piacevole, ed una gustosa vena sapido/minerale; il tutto arricchito dal ritorno della frutta rossa e delle spezie che accompagnano il sorso fino a una chiusura di buona lunghezza.
Punteggio: 91/100
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